Nel 2020 il mondo intero ha iniziato la lotta contro il Covid-19: tutto si è fermato, dal lavoro alle attività quotidiane.

A un anno dall’inizio della pandemia si inizia a parlare degli effetti fisici che questo “stop” stà causando. Lo stress dato dall’ansia di poter contrarre il virus, di non poter lavorare e dell’incertezza sul futuro si è aggiunto a quello che già c’era portando il nostro corpo ad essere una bomba pronta ad esplodere.

Circa 2 milioni di italiani soffrono di dolore cronico e a questo numero va aggiunto quello riguardante coloro che hanno avuto il Covid-19 [2]. Sembrerebbe, infatti, che coloro che hanno contratto il virus siano ora più soggetti a sviluppare dolore cronico. Inoltre, non bisogna dimenticare tutti i fattori che hanno contribuito allo sviluppo o al peggioramento del dolore in persone che non hanno contratto il virus.

Cos’è il dolore cronico?

-“Un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritto in termini di danno”- International Association for the Study of Pain (IASP) [1].

– “Per dolore cronico si intende un dolore continuo, di durata superiore ai tre mesi, associato a un significativo stress emotivo e a una disabilità funzionale e/o fisica. Può essere indipendente da altre malattie, come nel caso della fibromialgia, del dolore pelvico cronico, del colon irritabile, oppure può essere secondario ad altre patologie come tumori, disturbi osteoarticolari, interventi chirurgici”- Dott. Cuomo A. (direttore della Struttura Complessa di Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli) [2].

Il dolore cronico va considerato come il risultato dell’interazione tra fattori biologici, sociali e psicologici [4].

Fattori che influiscono sul dolore cronico durante la pandemia:

  • Mancanza di movimento: non si parla solo di sport ma anche di tutto ciò che ci mantiene in movimento durante la giornata.
  • Postura errata data da una postazione lavorativa non confortevole ed adeguata: lo smartworking avrà sicuramente i suoi vantaggi ma stare seduti tutto il giorno sulla sedia della cucina non è l’ideale.
  • Diminuzione/assenza di socializzazione: niente più pausa caffè con i colleghi, attività con gli amici e svago.
  • Ansia, stress e terrorismo psicologico: non si può negare la presenza dell’ansia di contrarre il Covid-19 o di avvicinarsi ad una persona al supermercato. (In questo i telegiornali hanno dato il loro contributo).
  • Mancanza di attività di svago: che aiutano a gestire e diminuire lo stress.

“Sindrome post-Covid-19”: circa l’80% dei contagiati presenta almeno un sintomo a distanza di mese dalla guarigione. Stanchezza, dolore toracico, mal di testa, dolori articolari/muscolari e mancanza di respiro sono fra i principali e possono aggiungersi al dolore cronico lamentato in precedenza [2]. Oltre alle conseguenze sistemiche, è da tener presente che molti soggetti sono stati allettati per molto tempo, incrementando la possibilità di sviluppare o mantenere dolore cronico [3].

Cosa posso fare per migliorare il dolore cronico?

  1. Rivolgiti ad un professionista che sappia trovare il giusto approccio;
  2. Inizia le cure che il professionista ti ha consigliato (e non smettere dopo 2 giorni se non vedi risultati, ci vuole TEMPO);
  3. Cerca di alzarti spesso e mantenerti un po’ in movimento;
  4. Cammina 8000 passi al giorno (circa) per liberare la mente, ridurre lo stress, mantenerti in forma e migliorare la circolazione (miglioreranno anche i dolori);
  5. Trova un’attività di svago;
  6. Esegui gli esercizi/applica i consigli che i professionisti a cui ti sei rivolto ti hanno consigliato;

La gestione specifica del dolore varia da persona a persona e in base alla problematica lamentata. L’approccio più efficace è quello multidisciplinare che può prevedere terapie come quella farmacologica, quella manuale e quella psicologica. L’obiettivo è quello di diminuire il dolore, migliorare la qualità di vita e supportare il soggetto a 36o°.

Non sappiamo per quanto ancora durerà questa pandemia ma , ora più che mai, possiamo imparare a gestire meglio i dolori per limitare la sofferenza in un periodo particolarmente difficile.

Martina Bagnoli.

Bibliografia:

[1] Orlando V., Guerriero F., Punzo M.C., Menditto E. Il dolore cronico: aspetti farmacoeconomici e appropriatezza terapeutica. Giornale Italiano di Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione 2015; 7 (1): 21-26

[2]  https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=92984

[3] Marinangeli F., Giarratano A., Petrini F., Pain and COVID-19: pathophysiological, clinical and organizational issues. Minerva Anestesiol. (2020) DOI: 10.23736/S0375-9393.20.15029-6

[4] Daniel J. Clauw, Winfried Hauser, Steven P. Cohen, Mary-Ann Fitzcharles, Considering the potential for an increase in chronic pain after the COVID-19 pandemic. (2020) Pain 161(8):1694–1697